sabato 5 novembre 2011
Natale in Puglia
Le tradizioni popolari non sono nate per caso, ma come ogni cosa che si tramanda, si ricollegano a tempi remoti, e non si cambiano, se non per grandi eventi. Per disgrazia o per fortuna, in Puglia di grandi eventi non ne capitano poi così tanti, quindi, soprattutto nei paesini arroccati sui monti del Gargano o dispersi nelle vaste pianure, alcune tradizioni sono rimaste intatte.
Il Natale è il periodo dell’anno in cui si concentrano le maggiori festività, è quindi in questi giorni che la gente si prepara a vivere in pieno le tradizioni che gli sono state tramandate e fra queste, occupano un posto di rilievo quelle culinarie.
Esiste nella memoria di ognuno un “calendario della cucina”, uno scadenzario, quasi un’agenda, sulla quale sono idealmente segnati piatti tipici a seconda della ricorrenza, pietanze che, nella tradizione gastronomica delle comunità civiche di cui si tratta, costituisce il “distinguo”, l’identità, il codice genetico di ognuna di esse. Così, pensando al Natale vengono immediatamente in mente “lu fucazieddu”, “li carteddate” e le “sannacchiutele”.
Ma non solo. La tradizione natalizia pugliese è anche legata ai presepi. La diffusione a livello popolare del presepe si realizza pienamente nel ‘800 quando ogni famiglia in occasione del Natale costruisce un presepe in casa riproducendo la Natività secondo i canoni tradizionali con materiali - statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altro - forniti da un fiorente artigianato. In questo secolo, si caratterizza l’arte presepiale della Puglia, specialmente a Lecce, per l’uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa.
Ad Oria (Bridisi), il presepe tutti gli anni, il 25 dicembre alle 18, anima le strade dell’antica cittadina medievale e risale al periodo di San Francesco.
Negli ultimi anni, la Puglia non è stata risparmiata dalla “commercializzazione” del Natale. Da essere solo la patria del divertimento estivo, è diventata un’insospettabile meta, lunga una regione, per passare le festività natalizie con un ricco calendario di eventi che promettono di accontentare non solo i fedeli devoti alle celebrazioni liturgiche del Natale, ma anche le migliaia di persone che danno a questa festività un carattere più profano.
Ci sarà quindi spazio per i cultori dei coloratissimi mercatini, per i golosi alla ricerca di sagre e leccornie da gustare, per gli estimatori dei presepi viventi.
In una terra di marinai e contadini, ma anche di commercianti, l’aspetto economico non può essere trascurato. L’auspicio è che non cancelli del tutto il patrimonio di tradizioni che col trascorrere dei secoli abbiamo accumulato.
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GIUSY
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TRADIZIONI
Castagnaccio
Il castagnaccio (localmente conosciuta anche come baldino o ghirighio o patona) è una torta di farina di castagne tipica delle zone appenniniche di Toscana, Liguria, Emilia e Piemonte.
Si tratta di un piatto tipicamente autunnale che si ottiene facendo cuocere nel forno un impasto di farina di castagne, acqua, olio extravergine d'oliva, pinoli e uvetta. Varianti locali prevedono l'aggiunta di altri ingredienti, come rosmarino, scorze d'arancia, semi di finocchio o frutta secca. Accompagnamento ideale del castagnaccio sono la ricotta o il miele di castagno, il vino novello, o i vini dolci come il vin santo.
Vi sono più nomi e ricette per i dolci fatti con farina di castagne. Ne esistono infatti almeno tre diverse tipologie: una torta molto sottile (diffusa soprattutto in Lunigiana, dove viene chiamata patona), una torta più spessa (diffusa in Toscana e in particolare a Lucca, dove viene chiamata castagnaccio - ma non troppo spessa: a Livorno il castagnaccio, se fatto alto tre centimetri e denso, è chiamato toppone ed è considerato di qualità inferiore) e una sorta di polenta dolce (diffusa anch'essa in Toscana e chiamata pattona).
Il castagnaccio è un piatto "povero" nel vero senso della parola, diffusissimo un tempo nelle zone appenniniche dove le castagne erano alla base dell'alimentazione delle popolazioni contadine. Dopo un periodo di oblio, iniziato nel secondo dopoguerra e dovuto al crescente benessere, è stato riscoperto e oggi è protagonista, nel periodo autunnale, di numerose sagre e feste.
Secondo quanto si legge nel "Commentario delle più notabili et mostruose cose d'Italia e di altri luoghi", di Ortensio Landi (Venetia, 1553), l'inventore del castagnaccio pare sia stato un lucchese tale "Pilade da Lucca", che fu "il primo che facesse castagnazzi e di questo ne riportò loda".
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TRADIZIONI
Carbone dolce della befana
Il carbone dolce della befana è un dolce tipico che viene proposto il 6 gennaio, alla festa dell’epifania: secondo la tradizione, il carbone vero veniva portato al posto dei regali a tutti i bambini che durante l’anno erano stati cattivi.
Ecco quindi che il carbone dolce va a sostituire quello vero e portato ai bambini per scherzo o meritatamente!
Fatto con zucchero, albume, alcool e coloranti, la preparazione del carbone dolce della befana non è particolarmente difficile, ma il vero problema è reperire il colorante alimentare nero, cosa praticamente impossibile da trovare se non presso i pasticceri.
Per risolvere almeno in parte il problema , e ottenere quindi un carbone almeno tendente al nero, abbiamo usato il carbone vegetale, quello in pastiglie liberamente vendibile in farmacia.
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pan di zenzero (gingerbread)
Il pan di zenzero (gingerbread), è un impasto a base di spezie quali cannella, chiodi di garofano, noce moscata, con spiccata prevalenza di zenzero, usato generalmente per confezionare biscotti.
Tipico dell’ Inghilterra, Nord America e paesi del Nord Europa, il pan di zenzero viene preparato in special modo sotto le feste natalizie per confezionare omini, casette e soggetti natalizi in genere.
I biscotti di pan di zenzero, vengono infine decorati con glassa colorata e tradizionalmente appesi al’albero di Natale.
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Scorze di arance candite
Le scorze di arance candite, sono dei dolcetti tipici Natalizi, e possono essere preparate secondo il metodo tradizionale, più lungo, oppure con il metodo rapido; li abbiamo riportati tutti e due, perchè il risultato è stato eccellente in entrambi i casi.
Con il procedimento lungo, che non vi prenderà più di 10 minuti al giorno, ci vorrà una settimana di tempo prima di assaporare le vostre creazioni, mentre con il metodo rapido ci vorrà una giornata.
In entrambi i casi la preparazione delle scorze di arance candite risulta essere abbastanza semplice ma alquanto laboriosa; per questo basterà seguire gli accorgiment
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Mostaccioli
Tempo:
■Preparazione: 4 Ore 20 Min
■Cottura: 25 Min
■Pronta In: 4 Ore 45 Min
Difficoltà: Media
Regione: Campania
Dose: 4 persone
Stagione:
■Inverno
Eventi Particolari:
■Natale
■Capodanno
Altre Caratteristiche:
■Bambini
■Vegetariane
Descrizione I mostacciolo (Mustacciuoli) sono pasticcini dalla forma romboidale ricoperti di glassa al cioccolato o al limone. Il loro nome è legato alle antiche preparazioni contadine che utilizzavano il mosto: mustacea era infatti il loro nome latino, col quale venivano preparati per essere resi più dolci. Secondo la tradizione campana vengono serviti come dessert durante il periodo natalizio. Ingredienti
■Farina, 500g
■Zucchero, 500g
■Mandorle tostate e macinate, 200g
■Cacao amaro, 100g
■Chiodi di garofano ridotti in polvere, 2
■Vaniglia, 1 pizzico
■Ammoniaca, 5g
■Cioccolato fondente, 1 tavoletta
Preparazione 1.Disponete la farina a fontana e nel centro versatevi lo zucchero, le mandorle, il cacao, i chiodi di garofano, la vaniglia e l'ammoniaca. Impastate versando a filo dell'acqua tiepida. Dovrete ottenere un impasto simile a quello della pasta da pane. Lasciatelo riposare per circa 3 ore.
2.Stendetelo con un mattarello fino a ridurlo ad una sfoglia alta circa 1cm, ritagliatela in rombi di circa 10cm di lato.
3.Spennellateli con un pò d'acqua ed infornateli a 200° per circa 15 minuti.
4.Spennellate i mostaccioli con il cioccolato fondente fuso e lasciateli asciugare in forno aperto e a calore bassissimo.
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GIUSY
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