In Puglia una delle tradizioni più originali è quella legata alla lavorazione dei famosi fischietti pugliesi rigorosamente in terracotta. Si tratta di oggetti davvero particolari, ideali per un regalo originale o per una collezione. I fischietti pugliesi si possono trovare in quasi tutte le città della Puglia, ma sicuramente le province salentine e la città di Ostuni conservano e mantengono viva quella che è ormai una tradizione. Ecco allora tutte le informazioni sui fischietti pugliesi...
FISCHIETTI PUGLIESI: UN PO' DI STORIA
Nel nostro immaginario i fischietti di terracotta sono associati ai giocattoli, al mondo innocente e dorato della infanzia: sono considerati passatempi come le trottole, gli aquiloni, etc. Eppure, i fischietti in terracotta, nella loro vita millenaria, hanno avuto un ruolo diverso; la loro funzione primaria affonda negli universi indistinti delle pratiche magiche o apotropaiche, in stretta relazione con la religiosità. I ritrovamenti archeologici avvenuti presso civiltà diverse e lontanissime, dall’Egitto alla Cina, dall’Europa all’America Centrale avvalorano la supposizione che il fischio abbia rappresentato un passaggio obbligato dell’evoluzione culturale e che sia una sorta di denominatore comune di un linguaggio capace di avvicinare l’uomo alla natura consentendo di imitare, con un semplice soffio, il canto degli uccelli.
Gli esemplari più antichi, pare siano gli strumenti in terracotta a forma di frutto e con bocca a fessura, scoperti nell’alto Egitto e risalenti al 3300 A.C. Venivano chiamati anche flauti-recipienti e tali reperti furono ritrovati anche a Gerusalemme, in Cina, India, Mesopotania ed Iran.
In Europa il fischietto sembra sia arrivato relativamente tardi, anche se Sir Wilson fa cenno del “flauto” a forma di uccello ritrovato in uno strato, datato Età del Bronzo, nel Belgio Meridionale, nella città di Furfooz. E’ però probabile che la sua diffusione in Europa sia iniziata con i Greci i quali realizzavano piccoli oggetti in terracotta destinati ad essere sotterrati con le salme dei bambini.
FISCHIETTI PUGLIESI: USI E TRADIZIONI
Il fischietto durante i secoli veniva spesso impiegato in festività e cerimonie e non solo a sfondo religioso. Nell’ottocento, in Russia, nella quarta domenica dopo Pasqua si celebravano gli avi con la “danza delle streghe” ed il fischietto aveva funzione di scaccia-streghe; mentre in Baviera i fischietti ad acqua si mettevano nella culla del neonato fino al suo Battesimo con l’intento di preservarlo dai cattivi influssi. In Portogallo alle feste di S. Giovanni e S. Pietro si vendono gli usignoli di terracotta e a Barcelos, vicino ad Oporto, i fischietti si cuociono ancora oggi con tecniche antiche ovvero in forni alimentati solo da balle di stracci.
In genere in Europa, nelle numerose feste di primavera, ai bambini si donavano fischietti imitanti il verso dell’usignolo o del cuculo, quest’ultimo da sempre considerato colui che sveglia e fa rinascere la natura.
In Inghilterra, nel Sussex, si muravano nei camini dei grossi fischietti a forma di uccello affinché il continuo sibilo tenesse lontani gli spiriti cattivi. Ritroviamo questo uso anche in Italia, in Calabria, dove si murava il Babbaluto - una sorta di fantoccio di terracotta.
I fischietti spesso venivano donati in modo augurale e nella tradizione italiana, in Puglia come in altre regioni, l’usanza vuole che i ragazzi che intendono fare la corte a una ragazza si dichiarino regalandole un fischietto. In Sicilia, quelli raffiguranti i Santi, avevano funzione protettrice, il loro suono simboleggiava la voce del Santo e dopo l’acquisto venivano posti come soprammobile a protezione della casa. Da non trascurare la vena ironico/satirica, nel medioevo quando soltanto a Carnevale era possibile prendere in giro le autorità e così i fischietti iniziarono a raffigurare alti prelati, carabinieri (molto famosi in Puglia), autorità locali, etc.
FISCHIETTI PUGLIESI: CURIOSITA'
Il fischietto è oramai noto anche come “cuco”, è così infatti che in Veneto venivano chiamati quei fischietti a forma di gallo, decorati con cresta e bargigli, che emettevano un inconfondibile richiamo simile a quello del cuco. In Piemonte è il subièt ed in genere nel meridione è “friscaletto” o “fiscaletto o anche “cola cola” come a Gravina di Puglia dove è stato assunto quale simbolo della città; noto anche “li sciucarieddi”, così infatti venivano chiamati gli oggetti che i ceramisti creavano per la gioia dei bambini.
Antichissima, ma ancora oggi molto sentita, è la tradizione pugliese dei fischietti con le loro multiformi e colorate raffigurazioni legate sia alla tradizione che alla vita di oggi, dove forte è la vena satirica che ne traspare. La maggiore produzione di fischietti detiene una lunga tradizione a Grottaglie, Rutigliano, Gravina, Alberobello. Molti i punti vendita qualificati in tutto il territorio pugliese dove essi possono essere acquistati, comprese le botteghe di rinomati artisti ceramisti locali. Se vi appassionate, ricordate di dare un’occhiata agli eventi tradizionali che si rinnovano ogni anno e di visitare qualche museo, quello di Rutigliano ad esempio, ma soprattutto, regalate fischietti perché non è solo una dimostrazione d’amore ma anche simbolo di buon auspicio!
FISCHIETTI PUGLIESI: UN PO' DI STORIA
Nel nostro immaginario i fischietti di terracotta sono associati ai giocattoli, al mondo innocente e dorato della infanzia: sono considerati passatempi come le trottole, gli aquiloni, etc. Eppure, i fischietti in terracotta, nella loro vita millenaria, hanno avuto un ruolo diverso; la loro funzione primaria affonda negli universi indistinti delle pratiche magiche o apotropaiche, in stretta relazione con la religiosità. I ritrovamenti archeologici avvenuti presso civiltà diverse e lontanissime, dall’Egitto alla Cina, dall’Europa all’America Centrale avvalorano la supposizione che il fischio abbia rappresentato un passaggio obbligato dell’evoluzione culturale e che sia una sorta di denominatore comune di un linguaggio capace di avvicinare l’uomo alla natura consentendo di imitare, con un semplice soffio, il canto degli uccelli.
Gli esemplari più antichi, pare siano gli strumenti in terracotta a forma di frutto e con bocca a fessura, scoperti nell’alto Egitto e risalenti al 3300 A.C. Venivano chiamati anche flauti-recipienti e tali reperti furono ritrovati anche a Gerusalemme, in Cina, India, Mesopotania ed Iran.
In Europa il fischietto sembra sia arrivato relativamente tardi, anche se Sir Wilson fa cenno del “flauto” a forma di uccello ritrovato in uno strato, datato Età del Bronzo, nel Belgio Meridionale, nella città di Furfooz. E’ però probabile che la sua diffusione in Europa sia iniziata con i Greci i quali realizzavano piccoli oggetti in terracotta destinati ad essere sotterrati con le salme dei bambini.
FISCHIETTI PUGLIESI: USI E TRADIZIONI
Il fischietto durante i secoli veniva spesso impiegato in festività e cerimonie e non solo a sfondo religioso. Nell’ottocento, in Russia, nella quarta domenica dopo Pasqua si celebravano gli avi con la “danza delle streghe” ed il fischietto aveva funzione di scaccia-streghe; mentre in Baviera i fischietti ad acqua si mettevano nella culla del neonato fino al suo Battesimo con l’intento di preservarlo dai cattivi influssi. In Portogallo alle feste di S. Giovanni e S. Pietro si vendono gli usignoli di terracotta e a Barcelos, vicino ad Oporto, i fischietti si cuociono ancora oggi con tecniche antiche ovvero in forni alimentati solo da balle di stracci.
In genere in Europa, nelle numerose feste di primavera, ai bambini si donavano fischietti imitanti il verso dell’usignolo o del cuculo, quest’ultimo da sempre considerato colui che sveglia e fa rinascere la natura.
In Inghilterra, nel Sussex, si muravano nei camini dei grossi fischietti a forma di uccello affinché il continuo sibilo tenesse lontani gli spiriti cattivi. Ritroviamo questo uso anche in Italia, in Calabria, dove si murava il Babbaluto - una sorta di fantoccio di terracotta.
I fischietti spesso venivano donati in modo augurale e nella tradizione italiana, in Puglia come in altre regioni, l’usanza vuole che i ragazzi che intendono fare la corte a una ragazza si dichiarino regalandole un fischietto. In Sicilia, quelli raffiguranti i Santi, avevano funzione protettrice, il loro suono simboleggiava la voce del Santo e dopo l’acquisto venivano posti come soprammobile a protezione della casa. Da non trascurare la vena ironico/satirica, nel medioevo quando soltanto a Carnevale era possibile prendere in giro le autorità e così i fischietti iniziarono a raffigurare alti prelati, carabinieri (molto famosi in Puglia), autorità locali, etc.
FISCHIETTI PUGLIESI: CURIOSITA'
Il fischietto è oramai noto anche come “cuco”, è così infatti che in Veneto venivano chiamati quei fischietti a forma di gallo, decorati con cresta e bargigli, che emettevano un inconfondibile richiamo simile a quello del cuco. In Piemonte è il subièt ed in genere nel meridione è “friscaletto” o “fiscaletto o anche “cola cola” come a Gravina di Puglia dove è stato assunto quale simbolo della città; noto anche “li sciucarieddi”, così infatti venivano chiamati gli oggetti che i ceramisti creavano per la gioia dei bambini.
Antichissima, ma ancora oggi molto sentita, è la tradizione pugliese dei fischietti con le loro multiformi e colorate raffigurazioni legate sia alla tradizione che alla vita di oggi, dove forte è la vena satirica che ne traspare. La maggiore produzione di fischietti detiene una lunga tradizione a Grottaglie, Rutigliano, Gravina, Alberobello. Molti i punti vendita qualificati in tutto il territorio pugliese dove essi possono essere acquistati, comprese le botteghe di rinomati artisti ceramisti locali. Se vi appassionate, ricordate di dare un’occhiata agli eventi tradizionali che si rinnovano ogni anno e di visitare qualche museo, quello di Rutigliano ad esempio, ma soprattutto, regalate fischietti perché non è solo una dimostrazione d’amore ma anche simbolo di buon auspicio!
2 commenti:
Molto interessante! Sono stata ad Alberobello e ho comperato un fishchietto perche' sono cosi belli, ho parlato e fotografato sul mio blog e c'e stato interesse sia nel Alberobello sia nel fishchietto. Molto carino il tuo blog :)
dio can
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